La rete confinaria italo svizzera
La seguente sezione viene introdotta dal diario di Salvatore Segre, un cittadino italiano, di origine ebraica, residente a Milano, che trascorreva le vacanze nella sua casa di Stresa, il quale per riuscire a fuggire in Isvizzera, dopo gli avvenimenti del settembre 1943, dovette affrontare varie difficoltà e peripezie, raggiungendo il suolo elvetico solo alcuni mesi dopo, nel 1944, quando il governo decise di riaprire le frontiere anche per i profughi di religione o di origine ebraica, perseguitati sulla base della legislazione razzista della Germania e dell'Italia.
La problematica del passaggio ai confini della Svizzera per gli ebrei viene poi affrontata nel breve saggio dello storico Michele Sarfatti, Dopo l'8 settembre: gli ebrei e la rete confinaria italo-svizzera, che illustra con precisione i vari aspetti delle vicende. Conclude poi l'argomentazione il riassunto dell'ampia opera della Commissione Indipendente d'Esperti Svizzera, La Svizzera e i profughi all'epoca del nazionalsocialismo, che ha recentemente analizzato la documentazione e gli avvenimenti relativi all'asilo di profughi stranieri con particolare riferimento a tutti gli aspetti, politici, legali, economici e internazionali, che sorsero a proposito dei rifugiati ebrei. A titolo di conferma, il curatore del sito, presenta due documenti del 1938, ritrovati nell'Archivio federale di Berna, che trattano specificatamente dell'asilo da concedere ai cittadini italiani, o cittadini tedeschi, austriaci ecc., provenienti dall'Italia e perseguitati per la loro origine ebraica. Similmente l'articolo, Un problema angoscioso, del quotidiano del Canton Ticino, Popolo e libertà, sempre del 1938, esemplifica il pensiero della maggioranza cattolica e conservatrice.
Introduzione al diario di Salvatore Segre (settembre 1943)
Dopo l'8 settembre: gli ebrei e la rete confinaria italo-svizzera, di Michele Sarfatti, da: La rassegna mensile di Israel, Roma, vol. XLVII, n° 1-2-3, Gennaio-Giugno 1981, pp. 153-173.
Ruegger: Le Ministre de Suisse à Rome, P. Ruegger, au Chef de la Division des Affaires étrangères du Departement politique, P. Bonna. E 2001 (D) I/95 Documents diplomatiques suisses, Berne, Archives Federales. (english version)
Ruegger fr.: Le Ministre de Suisse à Rome, P. Ruegger, au Chef de la Division des Affaires étrangères du Departement politique, P. Bonna. E 2001 (D) I/95 Documents diplomatiques suisses, Berne, Archives Federales. (original)
Rothmund: Le Chef de la Division de Police du Département de Justice et Police, H. Rothmund, au Chef de la Division des Affaires étrangères du Département politique, P. Bonna, E 2001 (D) 2/115 Documents diplomatiques suisses, Berne, Archives Federales, (original)
Riassunto da: Commissione Indipendente dEsperti Svizzera Seconda Guerra Mondiale: La Svizzera e i profughi allepoca del nazionalsocialismo. Berna 1999. [pp. 255-267]
Conclusion from: Independent Commission of Experts Switzerland - Second World War, Switzerland and Refugees in the Nazi Era, Berne, 1999 (english version)
Conclusion de la Commission Indépendente d'Experts Suisses Seconde Guerre Mondiale La Suisse et les réfugiés à l'époque du Nationa-Socialisme.
Zusammenfassung«Veröffentlichungen der Unabhängigen Expertenkommission Schweiz Zweiter Weltkrieg (UEK). Die Schweiz und die Flüchtlinge zur Zeit des Nationalsozialismus
Unabhängige Expertenkommission Schweiz Zweiter Weltkrieg Die Schweiz, der Nationalsozialismus und der Zweite Weltkrieg
Commission Indépendente d'Experts Suisse Seconde Guerre Mondiale. La Suisse, le national-socialisme et la Seconde Guerre mondiale
Commissione Indipendente d'Esperti Svizzera Seconda Guerra Mondiale. La Svizzera, il nazionalsocialismo e la Seconda Guerra Mondiale
Independent Commission of Experts Swietzerland Second World War. Switzerland, National Socialism and the Second World War