''30 novembre 1943: ordine di arresto per tutti gli ebrei, Roma 30 Novembre 2010
Martedì 30 novembre 2010, ore 17.30 Palazzo dell'Enciclopedia Italiana

In occasione della pubblicazione del libro di Liliana Picciotto
L'alba ci colse come un tradimento. Gli ebrei nel campo di Fossoli 1943-1944 (Mondadori, 2010)
Lutz Klinkhammer, Istituto Storico Germanico e Fondazione Fossoli
David Meghnagi, Master in didattica della Shoah, Università di Roma3
Marcello Pezzetti, Fondazione Museo della Shoah
Liliana Picciotto, Fondazione Centro Documentazione Ebraica Contemporanea
intervengono sul tema
30 novembre 1943: Ordine di arresto per tutti gli ebrei.
Fossoli, frazione di Carpi, fu lo scenario “inconsapevole” di una delle pagine più cupe della nostra storia: qui fu attivo, tra il dicembre 1943 e i primi giorni dell’agosto 1944, un campo di concentramento in cui furono reclusi 2845 ebrei arrestati in tutta l’Italia centrosettentrionale sotto la Repubblica di Salò e l’occupante nazista. In quel periodo, nel nostro paese, giunse al culmine l’offensiva fascista contro gli ebrei che, iniziata con le leggi antiebraiche del 1938, conobbe una brutale accelerazione sotto la Repubblica di Salò. I governanti italiani scelsero infatti di adeguare la propria politica antiebraica a quella dell’alleato-occupante, che aveva già messo in atto autonomamente una serie di retate in diverse città nell’autunno del 1943. Il 30 novembre 1943 dunque emanarono un provvedimento che prescriveva l’arresto degli ebrei, cui sarebbe stato confiscato ogni bene, e il loro trasferimento in un unico luogo, individuato nel complesso di Fossoli, utilizzato in precedenza come campo per prigionieri di guerra e destinato anche ad altri internati, come i detenuti politici.
Le autorità di Salò e quelle del Terzo Reich definirono una sorta di divisione di compiti: gli italiani si occuparono dell’arresto e dell’internamento degli ebrei; i tedeschi, che dal marzo 1944 assunsero anche formalmente il comando del campo di concentramento, ne organizzarono la progressiva deportazione verso i lager in Germania e Polonia.
Liliana Picciotto, studiosa della persecuzione antiebraica, avvalendosi di un ricco apparato di documenti, in parte inediti, fa rivivere questa terribile vicenda attraverso le voci delle vittime, dei carnefici e degli “spettatori”. Alle testimonianze angosciate dei prigionieri fa da contrappunto l’impassibilità burocratica dei funzionari italiani e quella, interessata, dei fornitori di vettovagliamento per il “viaggio” dei deportati e dei fornitori di autobus per il trasporto dal campo di Fossoli alla stazione di Carpi.
L’alba ci colse come un tradimento. Gli ebrei nel campo di Fossoli 1943-1944 oltre a rendere un omaggio ai deportati di Fossoli, di cui si ricordano tutti i nomi e la sorte, mette in risalto una tragica verità: nella persecuzione degli ebrei italiani le autorità della Repubblica sociale non ebbero il ruolo di riluttanti comprimari, ma quello di coprotagonisti.
Liliana Picciotto è tra i più importanti storici della Shoah in Italia. Responsabile di ricerca presso il Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano, fa parte dei comitati scientifici della Fondazione Fossoli, del Museo ebraico di Bologna, della rivista Quest e del progetto Stolperstein (pietre d’inciampo). È stata coautrice, assieme a Marcello Pezzetti, sia del film-documentario Memoria, selezionato per i festival internazionali di Norimberga, Berlino e Gerusalemme, sia del film-documentario Gli ebrei a Fossoli.
Fra le sue opere ricordiamo: Il libro della memoria (Mursia 1992 e 2002) e, da Mondadori, Per ignota destinazione (1994) I giusti d’Italia (2006). E’ del 2010 L’alba ci colse come un tradimento. Gli ebrei nel campo di Fossoli 1943-1944 , sempre per Mondadori
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